Il verdetto boccia la regione Ben tre sentenze dei giudici annullano l’abbattimento di
cinque alberi monumentali a Ostuni
C’è anche un ulivo monumentale millenario tra quelli che la Regione aveva ordinato di eradicare perché risultato infetto da Xylella. Il Tar, però, ha annullato i provvedimenti di abbattimento, ritenendo – come sostengono i proprietari degli alberi – che la ricerca scientifica è legittima e può costituire una misura alternativa all’espianto delle piante infette.
Così i giudici pugliesi hanno accolto, in tre diverse sentenze, i ricorsi presentati dai proprietari di cinque ulivi monumentali a Ostuni (Brindisi), assistiti dall’avvocato Rosa Fanizzi di Lecce, dichiarando nulli gli ordini di eradicazione disposti tra ottobre e novembre 2021 dall’Osservatorio regionale fitosanitario.
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«L’eradicazione urgente di un albero di ulivo monumentale è illegittima – dice il Tar – qualora l’obiettivo di contrastare la diffusione della Xylella fastidiosa possa perseguirsi attraverso misure fitosanitarie meno drastiche, peraltro indicate dal legislatore regionale in un testo normativo di settore».
Inoltre, proseguono i giudici, «è errato ed illegittimo precludere attività di indagine e ricerca scientifica, in uno all’applicazione di protocolli di cura i quali, benché non validati dalla Autorità europea per la sicurezza alimentare, siano frutto di studio da parte di un collegio di esperti che ha messo in atto un approccio multidisciplinare per il contrasto della Xylella fastidiosa»
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Il Tar pugliese spiega infatti che la circostanza per cui «non sono attualmente disponibili misure di controllo per eliminare l’organismo nocivo specificato da una pianta malata in condizioni di campo aperto», non autorizza «a ritenere del tutto preclusa l’evoluzione delle conoscenze in materia agronomica, come sembra essere testimoniato proprio dall’applicazione dei protocolli di cura impiegati dai ricorrenti».
Il riferimento è alla «capitozzatura» e l’innesto che potrebbero costituire valide misure alternative all’espianto, previste peraltro dallo stesso legislatore regionale a tutela degli alberi monumentali e con caratteristiche di monumentalità della Piana degli Ulivi Secolari e pure ammesse dal Regolamento Comunitario del 2020.
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Non solo. I giudici baresi osservano che «l’Autorità europea per la sicurezza alimentare non detiene il monopolio assoluto della ricerca scientifica in materia agronomica» e, per converso, «non pare al Collegio trascurabile quanto emerge dalla relazione di aggiornamento su attività di studio ricerca» redatta dalla dottoressa in Scienze Agrarie Emanuela Sardella e dal Comitato Scientifico Multidisciplinare Indipendente su altri 39 alberi di ulivo che si trovano nello stesso territorio di Ostuni.
Il Tar Bari boccia pertanto la scelta regionale di precludere spazi e riconoscimenti ad anni di studi e ricerca compiuti da «figure professionali la cui competenza non sembra estranea alla materia specifica del contrasto della batteriosi da Xylella fastidiosa», docenti e studiosi di diverse università italiane e istituti di ricerca, tutti citati nelle sentenze.
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Secondo i giudici, quindi, «le ragioni che hanno indotto l’autorità regionale ad adottare la drastica misura dell’eradicazione non corrispondono ad uno scenario di vera e propria emergenza fitosanitaria, pur nella doverosa considerazione di una non facile criticità da affrontare nel territorio pugliese».
Nelle tre sentenze sono anche descritti nel dettaglio i contesti paesaggistici nei quali sorgono gli ulivi che la Regione avrebbe voluto distruggere. Tre si trovano in un appezzamento, «alla base di una collinetta di notevole pregio paesaggistico, punteggiata di muretti a secco e caratteristici terrazzamenti», con trulli e manufatti antichi, tra Cisternino e Ostuni, con 60 alberi di ulivo secolari, da cui ogni anno viene prodotto olio biologico. Un altro ulivo si trova in prossimità della Strada dei Colli di Ostuni, che è un percorso cicloturistico che costeggia trulli di epoca ottocenteschi.
E poi c’è l’albero millenario che sorge all’interno di una azienda agricola in quelle stesse campagne.
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«Mentre per gli ulivi risultati contaminati da Xylella fastidiosa – spiegano i giudici del Tar – la misura dell’eradicazione costituisce strumento elettivo di contrasto alla diffusione dell’organismo nocivo, a diverse conclusioni deve pervenirsi qualora ci si trovi al cospetto di un ulivo monumentale o con caratteristiche di monumentalità, come in questi caso, trattandosi appunto di pianta che gode di tutela rafforzata per il fatto di essere collocata in un sito cui si riconosce natura fortemente identitaria di un dato paesaggio, come nel caso della Piana degli olivi secolari».
Secondo Giorgio Doveri, coordinatore del Comitato scientifico multidisciplinare indipendente richiamato nelle sentenze, si tratta di «una pronuncia che non conosce precedenti», «il regalo più bello che il batterio della Xylella potesse ricevere per il suo decimo compleanno, aprendo la strada a quel cambio di rotta che i proprietari e i loro alberi chiedono da tempo alla Regione, al fine di combattere insieme e uniti lo stesso male e salvare la propria terra dalla distruzione di un pezzo irripetibile della propria storia».
Anche per Ulivivo, il comitato di cittadini e associazioni in difesa degli Ulivi della Puglia, è «un risultato storico per chi da ormai dieci anni si batte contro insensate misure di abbattimento che nulla hanno portato se non alla distruzione sistematica del territorio e di un comparto olivicolo che ha tutte le possibilità di essere salvato e di continuare ad essere fiore all’occhiello della Regione».
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